Aree costiere Natura 2000

QUIZ E TESTI ONLINE 3

Di seguito sono riportate delle domande con dei brevi testi. I testi di supporto contengono ulteriori spiegazioni. Le domande possono avere diverse risposte corrette. Guadagni punti se rispondi correttamente alle domande.

1 Su quali due direttive europee si basa la protezione delle specie vegetali e animali, e dei tipi di habitat all'interno della rete Natura 2000?

Natura 2000 è la rete di conservazione della natura dell’Unione europea e una delle più grandi aree di conservazione del mondo, con l’obiettivo di preservare le specie animali e vegetali e i tipi di habitat importanti d’Europa. Natura 2000 è quindi un impegno sociale per e come proteggeremo la biodiversità nei Paesi dell’Unione Europea. In tal modo anche contribuire agli obiettivi globali in questo settore. Natura 2000 si basa sulla Direttiva Uccelli (1979) e sulla Direttiva Habitat (1992). Sulla base di queste due regolazioni fondamentali, gli Stati membri dell’UE hanno ratificato le direttive nel diritto nazionale e hanno gettato le basi per la rete Natura 2000 nazionale. Secondo i dati del 2018, il 26% delle aree territoriali dell’UE è protetto, di cui il 18% nell’ambito di Natura 2000 e l’8% sulla base della protezione statale. Delle aree marine dell’UE, l’11% è protetto, di cui l’8% è Natura 2000 e il 3% a livello nazionale. In Slovenia le aree Natura 2000 coprono oltre il 37% del territorio del Paese e in Italia circa il 19% del territorio del Paese. In futuro, si intende proteggere un numero ancora maggiore di ecosistemi marini nell’UE raggiungendo almeno il 30% delle aree marine e terrestri protette nell’UE.

2 Le aree della rete Natura 2000 possono anche essere un alleato importante nella mitigazione naturale degli effetti dei cambiamenti climatici?

In quanto importante meccanismo per la conservazione della biodiversità, la rete Natura 2000 è essenziale anche per l’adattamento ai cambiamenti climatici. Le aree Natura 2000 svolgono un ruolo importante, in particolare come stoccaggio naturale del carbonio (fornendo capacità di stoccaggio del carbonio naturale), come consumatori di anidride carbonica (aumento del sequestro del carbonio negli ecosistemi naturali) e come riduzione dei rischi dovuti a eventi meteorologici estremi e all’aumento del livello del mare. Le foreste e le zone umide svolgono un ruolo particolarmente importante nello stoccaggio del carbonio nelle aree Natura 2000.

3 Cosa significa il termine "carbonio blu"?

Il carbonio blu è quello immagazzinato dagli ecosistemi marini, oceanici e costieri, come le zone umide costiere. Pertanto, questi ecosistemi svolgono un ruolo importante nella mitigazione naturale degli effetti dei cambiamenti climatici. Il modo in cui il carbonio viene immagazzinato in questi ecosistemi non è stato ancora completamente esplorato. Nel caso degli oceani, i meccanismi per legare l’anidride carbonica dall’atmosfera sono particolarmente complessi. Tuttavia, molte stime della quantità di carbonio immagazzinato dimostrano che gli oceani in particolare sono un importante pozzo di carbonio.

4 Gli effetti del cambiamento climatico sono noti anche sulle singole specie vegetali e animali?

I cambiamenti climatici colpiscono le parti viventi e non viventi degli ecosistemi. I ricercatori hanno scoperto che quasi un quinto degli habitat e il 12% delle specie in Europa potrebbero essere minacciati dai cambiamenti climatici. Ci sono molti esempi di cambiamenti nelle specie vegetali e animali che possono essere attribuiti alle mutate condizioni climatiche. Questi riguardano principalmente gli effetti dei cambiamenti climatici sul funzionamento (fotosintesi, respirazione, crescita, efficienza idrica, degrado), sulla distribuzione spaziale delle specie e sui mutati rapporti tra le specie (ad es. competizione, parassitismo). Indirettamente, ciò può portare all’estinzione di alcune specie o al progressivo impoverimento degli habitat con specie più vulnerabili ai cambiamenti climatici, aumentando al contempo la presenza di specie più adattabili.

5 Una possibile risposta di adattamento degli uccelli costieri ai cambiamenti climatici può essere:

Numerosi ecosistemi protetti all’interno della rete Natura 2000 si trovano anche nella zona costiera del Nord Adriatico. Questi sono particolarmente importanti per il mantenimento della grande diversità di uccelli costieri che svernano, si nutrono, nidificano e si riproducono qui. Sono anche importanti come stazioni migratorie per gli uccelli migratori. Le conseguenze dei cambiamenti climatici, come l’innalzamento del livello del mare e le inondazioni delle parti basse della costa, stanno già colpendo le popolazioni di organismi viventi, come gli uccelli costieri e il loro ambiente di vita ossia l’habitat. Le risposte di diverse specie di uccelli alle mutate condizioni dell’habitat possono essere varie e sono ancora oggetto di studio da parte dei ricercatori. Ad esempio, questi impatti possono includere: cambiamenti nei periodi di nidificazione e migrazione degli uccelli, spostamenti e contrazioni nelle aree di distribuzione e nidificazione, disturbi nei rapporti all’interno delle specie, tra specie e comunità viventi, maggioramento di altre minacce e stress come malattie degli uccelli, specie invasive e la frammentazione, distruzione e deterioramento degli habitat. Questi cambiamenti, che monitoriamo nelle popolazioni di uccelli costieri, possono essere un indicatore naturale che può essere utilizzato per monitorare e valutare l’intensità degli effetti del cambiamento climatico in determinati ecosistemi.

6 I cambiamenti climatici consentono inoltre:

Le mutate condizioni ecologiche e climatiche consentono ad alcune specie aliene invasive di diffondersi ancora più velocemente, spostando così le specie autoctone (indigene) e mettendole in pericolo. Gli inverni più miti, ad esempio, consentono la sopravvivenza di specie che si congelerebbero al verificarsi di temperature più basse.

7 La "tropicalizzazione" è un fenomeno in cui si verifica:

Alcune specie autoctone sono anche più in pericolo a causa della diffusione accelerata di altre specie termofile autoctone. Ciò è particolarmente caratteristico per i pesci, il che può riflettersi indirettamente negativamente sulla pesca. Ad esempio, se le specie ittiche termofile sono sempre più presenti nelle regioni settentrionali, possono predare più intensamente le specie ittiche qui presenti, che quindi stanno diventando meno comuni in una determinata area. Se tra di loro ci sono specie ittiche da mercato, il danno è anche economico.